31 ottobre 2011

C. G. Jung

"E' impossibile avere rapporti veri senza aver raggiunto l'individuazione. Perchè altrimenti si frappone continuamente l'illusione, e non sappiamo più chi siamo e dove andiamo".

C. G- Jung

28 ottobre 2011

Quando si dice "Presto e Bene non stanno Insieme"...

L’eiaculazione precoce è, oggi, forse il disturbo sessuale maschile più diffuso…ma come mai? Personalmente credo che ogni disturbo, ogni patologia, siano figli dell’epoca in cui si manifestano..e sicuramente in questo momento la “gestione dei tempi”, il non avere mai sufficiente tempo, (anche e soprattutto da dedicare a noi stessi) è un fattore comune che genera abbastanza ansia; e l’ansia, dal canto suo,  gioca un ruolo fondamentale nel disturbo dell’eiaculazione precoce.
E in effetti gli uomini che ne soffrono dichiarano di provare, durante il rapporto sessuale, una forte paura di” perdere il controllo”… ma perdere il controllo su cosa? Solo sul riflesso eiaculatorio?
E’ vero che l’incapacità di gestire le proprie sensazioni può creare un forte timore, ma ciò non fa che alimentare quell’aspettativa negativa che si ripresenta ogniqualvolta bisogna avere un rapporto sessuale. A questo punto l’ eccitazione cede il posto a quel vissuto ansioso di cui si parlava prima.
Il pericolo è quello di creare una sorta di circolo vizioso in cui l’uomo che soffre di eiaculazione precoce rischia  di evitare tale sofferenza negandosi, al tempo stesso, il piacere sessuale.
Ma da dove deriva l’ansia che genera l’eiaculazione? Le cause possono essere diverse:
  • Può essere legata al fatto che si vivano le prime esperienze sessuali (o le prime esperienze con una nuova/un nuovo partner), perché  si sa…le situazioni nuove spesso fanno paura.
  • A seguito di un’esperienza sessuale vissuta come traumatica, perché la paura di rivivere la stessa angoscia provata precedentemente, si presenta in ogni rapporto sessuale o semplicemente nell’immaginarlo.
  • Quando si vestono tutte le energie nel cercare di gratificare al massimo il/la partner con la paura di deludere le sue aspettative…dimenticandosi spesso del proprio piacere legato al rapporto sessuale.
  • Quando si è troppo concentrati sui “tempi” piuttosto che sul “cosa sto provando”?
  • L’eiaculazione precoce può anche celare un’altra disfunzione sessuale, come ad esempio la disfunzione erettile; ecco che il soggetto “accellera i tempi” per paura di perdere l’erezione
  • L’eiaculazione precoce può inoltre essere una risposta ad una disfunzione sessuale del/la partner;
  • In caso di struttura ansiosa di personalità.
  • Può celare problemi di autostima, influenze culturali, familiari e religiose.
  • In presenza di conflitti di coppia, perché in fondo tutto è comunicazione…anche la sessualità!
  • COME CURARLA?

Un valido sistema è la  terapia psico-sessuologica, ovvero una terapia psicologica specialistica centrata sulle problematiche sessuali ed affettive. Si tratta di una terapia integrata che tiene conto contemporaneamente  dell’aspetto psicologico (ovvero dei fattori emotivi, più o meno inconsci, che possono aver causato il sintomo e/o che partecipano al suo mantenimento) e dell’aspetto mansionale (che consiste nella prescrizione di “esercizi” che il paziente potrà eseguire da solo o in coppia con la/il partner). Le mansioni hanno lo scopo di aumentare la conoscenza e la familiarità con il proprio corpo, recuperare le sensazioni piacevoli e favorire una maggiore consapevolezza di quel famoso “che cosa sto provando”. La terapia può essere sia individuale che di coppia, a seconda delle esigenze del caso specifico e della richiesta da parte del paziente.
L’obiettivo della terapia dell’eiaculazione precoce è quello di aumentare la percezione ed il riconoscimento delle sensazioni erotiche che precedono l’orgasmo, favorendo il controllo volontario sull’eiaculazione. Inoltre aiuta a vivere le proprie sensazioni sessuali in modo piacevole e non ansioso.
Il lavoro psicoterapeutico promuove una maggiore conoscenza di sé, incrementa la propria autostima, migliorando i rapporti con l’altro e abbassando i livelli di ansia.

27 ottobre 2011

Quella paura che fa male all'amore...

Il vaginismo è un disturbo molto diffuso, forse più diffuso di quanto si creda, anche se spesso rimane una patologia sommersa a causa del forte imbarazzo e della riservatezza delle donne (e delle coppie) che incontrano questa difficoltà. Questa difficoltà consiste nell’impossibilità per la donna di avere rapporti sessuali completi, ovvero è impossibile la penetrazione, pur in presenza una normale struttura fisica. Questo non significa assolutamente che la donna in questione sia frigida o che abbia una repulsione per il sesso, anche se purtroppo queste idee rimangono ancora oggi degli sgradevoli luoghi comuni; la donna desidera amare ed essere amata, ha delle normali reazioni riguardo alla sessualità, eccetto che per gli eventuali tentativi di penetrazione. Grazie ai numerosi studi si sono riuscite ad attribuire diverse cause a questo disturbo, cause che vanno da una educazione eccessivamente rigida e restrittiva fino ad arrivare a esperienze di violenza sessuale. C’è da sottolineare però che queste possono essere solo alcune tra le cause del vaginismo che tuttavia non ha un’unica causa generale ma si sviluppa in relazione alla particolare esperienza di vita di ciascuna donna che ne soffre. Ma cosa accade nel momento dell’atto sessuale vero e proprio che impedisce di avere la penestrazione? La risposta più comune alle donne che si sono trovate in questa situazione è il timore di provare dolore; questa però è solo la punta di un iceberg perché in realtà le vere cause sono probabilmente più profonde. Oggi per fortuna esistono terapie efficaci per curare questa patologia completamente, cosa che fino a pochi anni fa non esisteva né per il vaginismo né per molti altri disturbi sessuali. La pura terapia sessuologica si avvale fondamentalmente di un’applicazione della cosiddetta tecnica di desensibilizzazione sistematica, tecnica che promuove lo scopo di eliminare l’ansia legata alla situazione di cui si ha timore (in questo caso la penetrazione); ma dal momento che come abbiamo già detto le cause del vagninismo sono di natura psicologica e non organica, e che vanno ricercate nel vissuto personale di ogni donna, la terapia sessuologica deve necessariamente essere affiancata da una corretta psicoterapia che aiuti la donna ad affrontare con serenità eventuali problematiche sessuali irrisolte legate al disturbo. Spesso, per quell’imbarazzo di cui si parlava inizialmente, molte donne non chiedono aiuto pensando che questo disturbo si possa risolvere spontaneamente. Nella mia esperienza clinica non ho mai avuto occasione di osservare una guarigione spontanea, senza cioè una terapia, anche se non escludo che probabilmente questo sia possibile nelle forme molto lievi e nel caso in cui la donna trovi un partner dotato di una particolare sensibilità che sia in grado di aiutarla a superate il disturbo. Comunque se nel giro di poco tempo la difficoltà ad aver rapporti sessuali completi non viene superata è opportuno chiedere un aiuto qualificato.